lunedì 11 aprile 2016

Pompino al primo incontro


Pompino al primo incontro

Guidavo più velocemente del solito quel pomeriggio. Stavo andando ad incontrare Juliet finalmente. Juliet era il nickname che utilizzava la ragazza che avevo conosciuto su internet.

Lavorava in un negozio di dischi in una città vicina alla mia. Erano già 4 mesi che chattavamo e avevamo deciso che quel pomeriggio ci saremmo incontrati. Avevamo deciso tutto sul come sarebbero andate le cose.

Era una tipa un po’ dark, capelli tinti di nero, trucco nero pesante intorno agli occhi, qualche piercing e un paio di tatuaggi.

Arrivato finalmente al negozio la vidi subito. Indossava pantaloni neri a vita bassa che sembravano non desiderare altro che scivolare giù dai quei fianchi perfetti. Sul ventre piatto e scoperto brillava il piercing che aveva all'ombelico. La maglietta attillata color rosso fuoco sembrava dover esplodere in mille strappi spinta da quelle tette enormi. I capezzoli risultavano chiaramente visibili, duri e dritti ed era come se mi dicessero "Ti stavamo aspettando".

La musica era alta nel negozio e non mi sentì quando la chiamai. Si voltò nella mia direzione e mi vide. Mi fece solo un cenno di saluto, benissimo, dopotutto non ero lì per fare conversazione...

Mi accompagnò in un piccolo ufficio buio sul retro e mi fece sedere su una poltrona. Saltò a sedere su di me e si tirò su la maglietta piazzandomi i suoi capezzoli in bocca. Ero lì che succhiavo, leccavo e mordevo e intanto il cazzo mi si era irrigidito e Juliet si strofinava su di esso mugolando. Dalle tette passai verso il basso e la toccai tra le gambe, anche attraverso i pantaloni potevo sentirle la figa gonfia e bagnata e quando infilai le dita fin dentro le sue mutandine mi inzuppai le dita ficcandogliene due completamente dentro.

Sentivo i suoi ansimi di piacere anche sopra la musica alta, godeva ed era davvero in calore.

Quando improvvisamente mi prese la mano con cui la stavo masturbando e la tolse capii che lo aveva fatto per non venire subito e per fare in modo che le cose andassero come avevamo previsto.

Mugolò anche mentre mi leccava le dita bagnate del liquido della sua figa in calore. Mi aprì i pantaloni e si inginocchiò. Mi tirò fuori il cazzo e rimase quasi ferma a dare leccatine leggere sulla cappella, a quel punto le presi la nuca e la spinsi verso di me e iniziò a spompinarmi.

Ne aveva in bocca solo un terzo ma si muoveva velocemente, fermandosi per leccare tutto intorno. Proprio mentre cominciavo a godere come un maiale, rallentò i movimenti. Allora mi sporsi un po’ per spingerla ancora di più sul mio cazzo e questa volta ne ingoiò metà. Mi accorsi che si era già ficcata due dita dentro e le spingeva senza sosta.

Da com'ero seduto vedevo le sue labbra umide percorrermi il bastone "Più veloce!" le dissi ma per via della musica non mi sentii, allora glielo gridai e lei aumentò la velocità ma facendo meno pressione sull'asta e facendomi sentire la bocca a malapena. Sapevo cosa voleva. Afferrai la testa con tutte e due le mani e le gridai "Succhia troia! Succhia più forte!" e le spinsi la testa fino in fondo, finché non vidi le sue labbra appoggiate sul mio pube. La

cappella mi sbatteva sul fondo della sua gola. Juliet si lamentava ma godeva anche, adesso le dita se le ficcava più velocemente. Allentai la presa sulla sua testa ma tenendola sempre ben salda e cominciai a scoparmela in bocca. Ormai stavo per svuotarmi e lei mugolava sempre più forte. Colpii il fondo della sua gola col primo schizzo e vidi che non aspettava altro. Mentre il mio cazzo finiva di svuotarsi nella sua gola la sentii godere più forte e venire mentre si beveva il mio liquido.

Mi rialzai e mentre mi riabbottonavo lei mi guardò leccandosi le dita che fino al momento prima erano state nella sua figa.

Me ne andai subito. Cosa avremmo fatto la volta successiva lo avremmo deciso su internet.

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