giovedì 17 marzo 2016

La pausa pranzo carnale

Nel mio lavoro spesso collaboriamo con le università ed accettiamo ragazzi e ragazze per le loro tesi di laurea o master post laurea.

I rapporti che si stringono sono meno rigidi di quelli che ci sono tra un docente e uno studente e quindi si arriva a conoscere bene una persona. Purtroppo di ragazze non ne sono capitate molte di solito sono ragazzi e quelle che sono venute fin ora o erano troppo troie da non essere desiderabili (una volta una mi rivolse la parola mentre era seduta su un sgabello più alto della sedia su cui ero seduto aprendomi le gambe sulla faccia certo portata i jeans ma il gesto era eloquente) altre non avevamo grandi bellezze fa mostrare o nascondere. L'anno scorso però e arrivata una ragazzetta, piccola di statura, una gran chioma riccia e bionda, seni piccoli ma sapientemente esaltati con pushup e maglioni attillati, sedere nella media delle dimensioni e per tutto l'interno l'ho vista sempre così. Però aveva una voce sensuale e profonda accompagnato fa uno sguardo malizioso dietro i suoi occhiali trasparenti.

Arrivò giugno ed il brutto anatroccolo ha deciso di mettere l'abito fa cigno. Fa caldo qui e come detto l'ambiente è meno formale dell'università e un giorno è venuta indossando un bel vestitino lungo fino al ginocchio, con le bretelline e sandali con tacco: niente di succinto, era sempre un ambiente professionale, la sorpresa stava che contro luce, il suo abito, era completamente trasparente e lasciata intravedere bene dove le mutandine nascondevano la sua giovane fica.

A quella vista il mio cazzo cominciò a chiedere vendetta e voleva possedere quella fichetta, le mani cominciarono a sudare al pensiero di poter toccare quella pelle fresca. Forse si accorse della mia reazione e non venne più così vestita finché qualche settimana dopo arrivai più tardi e la trovai già a lavoro e insieme a questo una piacevole sorpresa fa scoprire.

Entrando e chiedendo lumi si cosa stesse facendo si girò verso di me e dall'alto della mia statura scoprii che sotto il camice non indossava niente o meglio nella parte superiore si era denudata lasciando solo i pantaloni e questa volta nulla fece per nasconderlo lasciando aperti gli ultimi bottoni e indicandomi cose che la costringevano a piegarsi in avanti. In questo modo mi aveva fatto vedere tutta la grazia delle sue belle tettine piccole, bianche e sode e dal canto suo ammiccava sguardi maliziosi.

Devo ammettere che mi eccitai un bel po’ ma resistetti alla tentazione di fare il suo gioco o addirittura di saltarle addosso. Passarono alcuni giorni senza che ci incontrassimo.

Poi, un giorno, accadde che avevo bisogno di alcuni dati in suo possesso e dovetti per forza andare fa lei. La raggiunsi nella stanza dove aveva la postazione di lavoro ed entrai bussando: era seduta al pc e subito mi resi conto che lo spettacolo era il medesimo del nostro ultimo incontro.

Indossava il camice con le sue tettine in bella mostra.

Mi accostai da un lato per non avercela di fronte ed evitare occhiate ma lei si fece indietro con la sedia e mi mostrò ciò che il tavolo celava. Un bel paio di scarpe aperte con i tacchi e le sue belle gambe a cavalcioni con gli ultimi bottoni del camice anch'essi aperti. Cazzo non aveva niente sotto, le sue gambe perfette, bianche (evidentemente ancora niente mare) ma, a differenza di quando si porta un vestito questa volta non finivano mai e volevo vedere alla loro fine cosa c’era.

E in quella posizione, in piedi di fronte a lei, fu difficile nascondere la mia eccitazione e il mio cazzo duro che pulsava sotto i pantaloni.

Pensai che questa volta non me la sarei fatta sfuggire e invece fu lei a darmi buca perché dopo avermi detto ciò che volevo fece come per fare altro e mi congedò forse perché si era divertita abbastanza a farmi arrapare forse perché non riteneva opportuno il momento.

Non volevo però perdere quella occasione e per tutto il giorno le gironzolai intorno, guardandomela e studiando i suoi lineamenti, le sue curve, carpendo i dettagli della sua pelle, immaginando come fosse solo con la biancheria intima tanto che ero così eccitato che ad un certo punto così in bagno e mi masturbai sonoramente perché non ce la facevo più.

Come ogni giorno, anche quel giorno rimanemmo soli nell’edificio per la pausa pranzo: tutti andavano fuori a prendere qualcosa ma noi no. Mangiai il mio panino nell’ufficio quando mi sentii chiamare da lei.

Andai nella sua stanza e mi disse di accostarmi al pc per vedere delle cose.

Di fronte a me di nuovo quello spettacolo riaccese il desiderio e preso da una voglia irrefrenabile non ci vidi più, mi inginocchiai le allargai le gambe e presi a baciarla fra le cosce mentre con le mani le sfilai gli slip.

La penetrai con la lingua quanto più potevo mentre con le mani le tenevo i seni.

Spingevo quanto più potevo, assaporavo il dolce nettare che fuori usciva da lei e lei mi faceva sentire la sua approvazione con mugugni e con le mani sulla mia testa che spingevano sempre più forte finche non si irrigidì e venne.

Un onda travolse la mia bocca, sublime sapore di quel momento.

Mi alzai in piedi, ripresi fiato, la feci alzare perché volevo prenderla quando mi chiese se avessi con me un preservativo. Come se andassi con i profilattici in tasca.

Aveva paura e non voleva essere penetrata senza preservativo.

Cosa fare allora?

La presi per le spalle e me la accostai a me con il suo bel culo che puntava verso il mio cazzo e cominciai a baciarla sul collo.

Con una mano percorrevo il suo petto da un seno all’altro e con l’altra ricominciai a menargli la fica: prima all’esterno e poi sempre più dentro fino a penetrarla con un dito poi con due e cavolo come godeva era sempre più mia sempre più in balia del piacere finche non cominciò ad inarcarsi in avanti fino a mostrarmi il suo bel buchino.

Misi le mani sulle natiche e con i pollici le allargai e feci pressione sull’ano.

Non oppose resistenza a questa cosa anzi ansimava di piacere finche non emise un piccolo gemito quando i pollici insieme entrarono dentro: era pronta.

Tolsi i pollici e cominciai a spingere col mio cazzo sul buchino, andava un po’ duro ma pian piano prima la cappella e poi tutta l’asta penetrarono in quel orifizio stupendo.

Quando fui dentro di lei mi fermai un attimo poi la strinsi forte a me e ondeggiai spingendo ma senza muovermi per evitare di farla male, poi pian piano presi a pomparla sempre con più vigore finche non venni violentemente inondandola del mio sperma.

Rimasi ancora un attimo li dentro poi estrassi il cazzo la aiutai a ripulirsi ci ricomponemmo ed ognuno andò per la sua strada.

I nostri incontri andarono avanti fino alla sua laurea.

Durante quel periodo diedi sfogo a tutte le mie idee sessuali, mi portai dietro i preservativi (addirittura ritardanti alle volte) e la penetrai nella fica dove venivo spesso perché stavo anche io tranquillo che non rischiavo di ingravidarla, pompini con ingoio a tutta birra insomma arrivai che doveva andare via che ero esausto.

Quando ci salutammo mi disse che non ci saremmo più rivisti e che si era divertita tanto con me ed infatti da allora non l’ho più nemmeno sentita.

Una avventura di poche settimane con tante soddisfazioni.

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