giovedì 17 marzo 2016

Emanuela e Alexandra chiavate in ufficio

In ufficio c'è una rumena passabile col culo sporgente e le tette grosse che fa la cretina e mi guarda il pacco quando passo.

Si chiama Alexandra e stamattina era più euforica del solito. Si è avvicinata al mio tavolo e mi sbatteva le tettone in faccia dicendo cazzate.

Le ho infilato la mano fra le cosce poi l'ho portata subito in bagno e l'ho sventrata da in piedi contro il muro.

Mentre la scopavo suonava il cellulare: era Emanuela che, siccome non rispondevo, si è incazzata ed è venuta in ufficio di corsa.

Quando l'ho vista entrare mi sono alzato dalla sedia e lei ha notato che avevo i pantaloni macchiati. Si è voltata e ha visto Alexandra che ci guardava dal corridoio.

Ha capito subito tutto.

L'ha presa per un braccio e l'ha portata fuori nel parcheggio. Io dietro.

E' andata in fondo, dietro un furgone e ha costretto Alexandra a inginocchiarsi. Ha divaricato le gambe, si è spostata le mutandine e si è fatta leccare la fica mentre le teneva una mano stretta sul collo. "Lecca o ti ammazzo, tettona troia".

A un certo punto ha cominciato a stringerle la testa fra le sue cosce possenti sfregandogli la figa sulla testa.

Io ce l'avevo di marmo e le sono andato da dietro per metterglielo in culo: lei ha divaricato le gambe per prenderlo e Alexandra si è tirata su.

Piangeva, era paonazza, sudata, ma con le tettone durissime in pieno tiro. Mentre pompavo Emanuela guardavo Alexandra che non si allontanava. Emanuela le ha ficcato uno schiaffone dei suoi e l'ha girata di culo: la teneva per i capelli con una mano e con l'altra le palpava le tette.

Alexandra non capiva più un cazzo e ha cominciato a sgrillettarsi come una pazza.

Sono venute insieme le troie.

Mentre ancora veniva, Emanuela mi ha ordinato di spaccare il culo alla tettona. Io l'ho messa a novanta e gliel'ho infilato a sangue strizzandogli le poppe gonfie mentre Emanuela si faceva leccare l'umore che le colava.

Quando dovevo sborrare, Manu mi ha costretto a venire in faccia e nei capelli della rumena, così che la vedessero tutti quando rientrava.

Prima di lasciarla andare l'ha presa per il collo con un braccio e l'ha sculacciata pesante lasciandole i segni. Poi l'ha costretta a strusciarsi su di me per farmelo tornare duro.

Intanto si toccava da perversa qual è.

Quando mi è tornato in tiro, mi ha preso da davanti, se l'è sbattuto nella figa e mi scopato di potenza contro il furgone gonfiandomi di pugni ai fianchi e in faccia.

Alexandra non se ne andava, ci abbracciava da in ginocchio avvicinando la sua faccia da porca ai nostri bacini e strusciandoci le tettone turgide sulle cosce.

Emanuela ha fatto ancora in tempo ad alzare un ginocchio colpendola più volte per allontanarla, prima che sborrassimo tutti e tre uno dopo l'altro.

Mentre Alexandra si allontanava tutta sborrata e col sangue al naso, Emanuela era soddisfatta.

Poi mi guarda, mi tira una ginocchiata nei coglioni e se ne va con un sorriso beffardo lasciandomi piegato e goduto come un maiale.

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