giovedì 17 marzo 2016

Diario di una ragazza alla pari

A Giugno finì il mio anno come ragazza alla pari e tornai in Germania. Mi misi subito a studiare l’Italiano: andavo tre volte la settimana all’ufficio culturale dell’ambasciata d’Italia a Berlino, una vera “full immersion”. Avevo infatti deciso di frequentare l’Università in Italia, paese nel quale mi ero trovata benissimo e nel quale avevo trovato l’amore. Stefano mi piaceva molto e pensai che per lui sarebbe stata una sorpresa tornare a Settembre a parlare già la sua lingua (per tutti i 9 mesi della mia permanenza nel suo paese avevamo conversato in inglese).

Durante i tre mesi estivi ci scrivemmo lettere in un misto di inglese e di quel po’ di Italiano che stavo imparando. Nelle risposte era sempre un po’ arido.

Avevo trovato una nuova famiglia dove stare come ragazza alla pari, in attesa di fare i test di accesso all’università in Italia. Tornai però prima del giorno concordato per l’inizio del rapporto alla pari per passare qualche giorno da sola con il mio nuovo ragazzo italiano, che mi piaceva più di Attilio, il napoletano conosciuto a Londra l’anno prima.

Fin dal primo momento capii che c’era qualcosa che non andava ma lui diceva di no, che tutto era come prima. Mi portò a Sperlonga, dove alloggiammo in un grazioso albergo sulla spiaggia. Facemmo subito l’amore ma di nuovo avvertii una spiacevole sensazione: non era lo stesso, c’era col corpo ma non con la testa. Era gentile ma gli mancava il calore che aveva fino a tre mesi prima. La seconda sera, dopo avere fatto l’amore gli chiesi cosa avesse. Dopo lunghi silenzi ammise che durante la mia assenza si era scritto con una americana con cui aveva avuto una breve storia un paio di mesi prima di conoscere me, e che lei, sposata, si era separata e lo aveva invitato ad andare negli USA dove avrebbe potuto anche specializzarsi (era laureato in Medicina da due anni). E lui stava valutando la situazione, anzi, ne era molto allettato.

Rimasi malissimo, piansi per un’ora. Poi uscii a comprare un pacchetto di sigarette e mi misi a fumare (avevo smesso da tre anni e sapevo che lui non sopportava il fumo, quindi lo feci per dispetto).

La mattina dopo gli chiesi di andare via di lì e di trovarmi un posto dove passare le ultime due notti prima di iniziare con la nuova famiglia; ovviamente rifiutai casa sua. Mi trovò una sistemazione a casa di un amico i cui genitori erano in vacanza.

L’amico, al corrente della situazione, ci provò subito con me, in maniera soft ma decisa. Ma non mi piaceva. La sera tornò a casa il fratello maggiore, trentenne, medico anche lui, ricercatore in Austria. Parlava quindi un buon tedesco. Lo trovai subito attraente e decisi di punire Stefano e al tempo stesso di provare a riconquistarlo.

La mattina successiva mi presentai a colazione con un corto accappatoio senza niente sotto. Lui mi propose un giro in macchina visto che il fratello era all’università. Accettai subito e durante le ore che seguirono flirtai con lui in maniera spudorata, tanto che anticipò il ritorno a casa. Ma qui trovammo la donna della pulizie. Allora mi propose di vedere la collezione di vini della loro cantina. Una volta lì, stappata una bottiglia di un bianco molto buono, lo bevemmo a turno direttamente dalla bottiglia. Poi mi baciò subito. E io risposi con calore.

Dopo qualche minuto di petting molto spinto prese un materasso che era appoggiato al muro a lo adagiò per terra, guardandomi per vedere la mia reazione. Non dissi nulla ma feci capire che non avevo problemi cominciando a spogliarmi. In breve fummo nudi e ci abbracciammo stretti, prima che sui mi aiutasse delicatamente a mettermi distesa.

A quel punto dissi: “Ho smesso la pillola da tre mesi e non ho niente con me…”.

Fece una faccia delusa e disse:”Neppure io…”.

Allora gli presi in mano il membro e lo strofinai delicatamente, portandolo alla completa erezione. Poi lo invitai a mettersi in ginocchio sopra di me che ero supina sul materasso in modo che lui avesse davanti le mie parti intime e mentre io vedevo ballonzolare davanti al mio viso il suo uccello turgido: lo afferrai e me lo misi in bocca, cominciando a leccarlo e succhiarlo. Quasi fosse stato un segnale immediatamente dopo sentii la sua lingua che esplorava la mia vagina, soffermandosi con maestria sul clitoride e provocandomi sensazioni piacevolissime. Pur non essendo vergine da più di 5 anni era il mio primo “69” e devo dire che fu molto godibile.

Ebbi un orgasmo fortissimo e avvertii gli spasmi che preannunciavano il suo subito dopo. Non feci a tempo a estrarre il suo membro dalla bocca, che questo schizzò all’impazzata prendendomi in fronte e sui capelli con lo sperma fuoriuscito.

Quando ci alzammo lui mi diede un rotolo di carta igienica per pulirmi; io gli chiesi:”Ti è dispiaciuto non avere con te un preservativo?”.

Ridendo rispose di no.

Il giorno dopo lui ripartì e non ci fu tempo per un bis.

Invece preparai una bella messa in scena per il mio ragazzo (o ex-ragazzo?). Quando mi venne a prendere per portarmi dalla nuova famiglia avevo attrezzato la mia borsetta con un grosso pacchetto colorato e ben visibile di preservativi, oltre alle sigarette (avevo già deciso di smettere, ma un dispetto in più mi piaceva farlo).

Arrivati con l’auto di Stefano sotto l’abitazione della famiglia, tirai fuori le sigarette e me ne accesi una; ciò facendo misi in bella mostra i profilattici, che lui vide e fece una smorfia di sorpresa, ma non chiese niente.

Il giorno dopo mi telefonò dicendomi che aveva parlato con l’amico che ovviamente gli aveva detto tutto di me e del fratello (il quale anzi, partendo aveva detto di ringraziarlo per avermi mollato al momento per lui più opportuno). Volle uscire subito, ma io lo feci penare, e non gli diedi questa soddisfazione per qualche giorno.

Quando finalmente ci rivedemmo mi chiese di rimettermi con lui e disse che rinunciava agli USA.

Ne fui così felice che alla prima occasione di intimità concessi anche a lui il 69, notando quanto era eccitato nell’immaginare la stessa scena con l’altro. Per premiarlo del suo ritorno con me, il suo sperma lo mandai giù, anche se era un po’ più amaro di altri che avevo provato in passato…

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