venerdì 6 maggio 2016

Tornando al passato


Era un sabato sera d'estate e Greta era davanti all'armadio della sua camera intenta a scegliere cosa indossare per uscire. Aveva voglia di essere sexy, di mettere in evidenza il suo bel corpicino, minuto ma ben fatto: seno sodo della terza misura, vita stretta, un bel culetto e gambe affusolate. Greta guardò l'ora, erano già le nove,doveva sbrigarsi, alle dieci sarebbe arrivato Stefano, il suo ragazzo da quattro mesi. Si era messa con lui dopo mesi di solitudine o, meglio, di "lutto" per la fine della lunga e tormentata storia con Marco, un ragazzo dai modi bruschi e dolci allo stesso tempo, capace di farla sentire la donna più importante del mondo e, subito dopo, una poco di buono. Amore ed odio, conditi con una passione sfrenata, li avevano uniti e legati morbosamente, tra un litigio e l'altro. Greta aveva amato molto Marco ma l'aveva lasciato un anno fa, dopo l'ennesima lite furibonda, durante la quale Marco l'aveva addirittura schiaffeggiata. Da allora non l'aveva più ne visto ne sentito ma non era riuscita a dimenticarlo, neanche adesso che stava con Stefano. Si ritrovava spesso a pensare a Marco, si domandava cosa stesse facendo, con chi stesse uscendo e così via...
Greta quella sera indossò un abito nero aderente che arrivava al ginocchio e con una profonda scollatura. Sotto, niente reggiseno ed un perizoma nero di pizzo, mentre ai piedi mise dei sandali neri col tacco a spillo. Sciolse i lunghi capelli biondi, si truccò e alle dieci era pronta. Stefano arrivò puntuale come sempre ed insieme decisero di andare a mangiare qualcosa all'irish pub della zona. Scelsero un tavolo un po’ appartato ed ordinarono. Greta non passava di certo inosservata e si accorse che aveva molti occhi puntati addosso, cosa che la imbarazzava ed eccitava allo stesso tempo. Si guardò attorno, il locale era affollato ed il suo sguardo si soffermò sul gruppo di ragazzi seduti al tavolo di fronte, bevevano birra e parlavano a voce alta. Greta diede un'occhiata a ciascuno di loro ed all'improvviso sgranò gli occhi... no, non era possibile... era incredula, quel ragazzo di spalle era Marco, il "suo" Marco. Era cambiato, aveva i capelli cortissimi ed aveva tolto il pizzetto ma la sensualità era quella di sempre. Greta sentì il viso andare in fiamme ed il cuore aumentare i battiti... era completamente "nel pallone" ma, con la scusa del caldo afoso, riuscì a nascondere quella reazione a Stefano, che non si accorse di nulla e continuò a parlare. Greta non riusciva più a seguire il discorso, fingeva di ascoltare ma non riusciva a smettere di pensare a Marco. Avrebbe voluto essere lì da sola, avrebbe desiderato che Marco si avvicinasse per portarla via... Alzò lo sguardo e lo posò di nuovo su di lui e fu allora che Marco, alzandosi per uscire, la vide... rimase immobile per alcuni secondi, poi accennò un sorriso e si allontanò. Poco dopo il cellulare di Greta si illuminò, era arrivato un sms: "Sei più bella che mai, ti penso spesso... se più tardi ti liberi, chiamami. Marco".
Greta quasi svenne alla lettura di quell'sms, avrebbe voluto seguire Marco ma ovviamente restò lì con Stefano. Era eccitatissima e... tutta bagnata... E adesso? Cosa poteva fare?? E Stefano? Certo il rapporto con lui era a dir poco "tiepido" ma era un bravo ragazzo e lei gli voleva bene. Gli disse che l'sms era di Marta, una sua amica e cercò di pensare ad altro ma nella sua mente c'era solo Marco... Avrebbe seguito l'istinto, ora o mai più! Quando Stefano si allontanò per andare alla toilette, Greta scrisse a Marco: "Ok, a più tardi, aspettami..." Le tremavano le gambe, Stefano tornò al tavolo e, finito di mangiare, i due uscirono e salirono in auto. Stefano allungò una mano sulla coscia di Greta e la accarezzò ma a questo punto la ragazza disse di avere un forte mal di stomaco e che sarebbe stato meglio se fosse tornata a casa. Stefano, dispiaciuto, l'accompagnò e quando Greta fu in casa, chiamò Marco. Dopo i soliti convenevoli, Marco le propose di vedersi... era quello che Greta sperava accadesse ed accettò. Dopo un quarto d'ora, suonò il citofono, Greta aprì ed attese sulla soglia... Marco le si avvicinò guardandola negli occhi e da quel momento non servirono più le parole, furono i loro corpi a "parlarsi", a fondersi, ad amarsi...
Le loro bocche si cercarono avidamente, le lingue danzarono a ritmo sfrenato, si toccarono dappertutto, si palparono senza freni, mentre si dirigevano in camera. Marco gettò Greta sul letto, le prese i seni fra le mani e succhiò i capezzoli durissimi... Greta si abbandonò completamente all'eccitazione, avrebbe lasciato fare a Marco tutto ciò che avrebbe voluto. Sentì le sue mani sul perizoma fradicio di umori, poi le dita si fecero strada nella vagina e la lingua prese possesso del clitoride... roba da perdere la testa, infatti di lì a poco, un orgasmo violento percorse Greta dalla testa ai piedi e dalla vagina gli umori colarono lungo le cosce... Marco le fece cenno di girarsi, tirò fuori dai jeans il suo membro durissimo e lo affondò nella vagina, tutto, fino in fondo, come piaceva a Greta. La sbattè con forza, la ragazza gemeva senza ritegno, ne voleva ancora ed ancora... Marco si fermò, le allargò le natiche con le mani ed iniziò a leccarle il buchino, infilando la punta della lingua, sapeva che la cosa faceva sentire Greta molto porca. Poi appoggiò il suo membro sul buchino inumidito e voglioso e... lasciò fare a Greta. La ragazza iniziò a muovere il bacino dolcemente, facendo entrare la grossa cappella e poi, a poco a poco, tutta l'asta, fino in fondo... non provò dolore ma un piacere intenso, profondo, selvaggio... Marco si mosse avidamente dentro quel bel culetto e con poche spinte venne riempiendolo. Fu una notte di pochissime parole e di tanto sesso che risvegliò in Greta e Marco quel sentimento che non si era mai spento.

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